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Ciclismo, cultura, focus, curiosità: Le radici della passione per le corse su pista

Pubblicato il28/10/2024
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Nel focus di oggi si parla di ciclismo con un’attenzione particolare alla nascita del Circolo Velocipedisti e all’unicità delle sue radici legate all’alessandrino successivamente diffuse in tutto il Piemonte. Viene approfondita l’origine della passione per le corse su pista, sviluppatasi nel settembre del 1887, quando questo sport iniziò a catturare l’interesse di molti appassionati grazie all’introduzione di giornate dedicate a gare specifiche.

Alessandria e le radici della tradizione ciclistica piemontese

Il Piemonte, con la sua ricca storia e tradizione ciclistica, offre un terreno ideale per gli amanti delle due ruote. Le sue strade panoramiche, che attraversano paesaggi diversi, offrono sfide entusiasmanti per ciclisti di tutti i livelli. Da Torino alle Alpi, passando per le Langhe e il Monferrato, i ciclisti possono godere di viste mozzafiato e percorsi stimolanti. Questo territorio, teatro di numerose tappe del Giro d’Italia e dell’ultima grande partenza del Tour de France, è diventato negli anni un punto di riferimento per ciclisti e appassionati. Il Piemonte si prepara a un intenso 2025, con la nuova partenza del Giro d’Italia, promettendo ancora una volta di offrire emozioni e spettacoli indimenticabili per tutti gli amanti del ciclismo.

La cultura ciclistica piemontese dal Circolo Velocipedisti Alessandrino a oggi

La cultura ciclistica piemontese ha radici profonde, arricchita da percorsi storici e da una comunità vibrante di appassionati. Un anno cruciale per la storia ciclistica della regione è stato il 1886, quando ad Alessandria nacque il Circolo Velocipedisti Alessandrino. In un’epoca in cui la viabilità e la circolazione delle biciclette stavano diventando temi di discussione, questo circolo rappresentò un primo passo verso la diffusione sportiva del ciclismo.

Nel settembre del 1887, le corse nazionali di Alessandria segnarono un momento importante poiché il programma di queste giornate comprendeva undici gare, precedute da una sfilata di velocipedisti. Quasi tutte le gare, eccetto quella riservata ai militari, richiedevano una tassa di iscrizione variabile tra le 3 e le 5 lire e offrivano premi, medaglie e bandiere. Le ultime due gare, denominate “corsa differenziale” e “corsa proporzionale”, erano riservate ai primi e secondi classificati di tutte le gare, esclusi ragazzi e militari.

La passione per le corse su pista emerge chiaramente dai racconti di quella giornata di settembre. Nei primi anni Novanta, i velodromi iniziarono a proliferare in molte località italiane ed europee, diventando il luogo ideale per corse di resistenza e prove di velocità che attiravano enormi folle desiderose di vedere i grandi campioni. La pista è stata il trampolino di lancio per il grande ciclismo, con la Francia già all’avanguardia che ospitava decine di corse di velocità fin dalla prima guerra franco-prussiana del 1870.

Oggi, il Piemonte continua a celebrare questa eredità, offrendo ai ciclisti moderni l’opportunità di pedalare lungo percorsi storici e di partecipare a eventi di rilevanza internazionale, mantenendo viva la passione per il ciclismo che ha caratterizzato questa regione per oltre un secolo.

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