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Hit Ball: l’idea che ha dato vita a uno sport e a una comunità

Pubblicato il01/07/2025
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Sport di riflessi e di continui movimenti, l’hitball si mostra come uno sport di squadra per eccellenza, inclusivo e storico. 

La storia dell’Hitball dalle scuole ai campi 

Il professore di educazione fisica Luigi Gigante ha ideato questo gioco nelle scuole piemontesi nel 1978, quando, presso la scuola media Antonio Gramsci a Settimo Torinese, ha pensato a un gioco creato per l’inclusione e la velocità, con un ritmo elevato e che richiede ai giocatori reazione e coordinazione. Inizialmente un progetto sperimentale, l’Hit Ball ha cominciato a diffondersi ufficialmente nel 1986, anno in cui è stato depositato il regolamento ufficiale. Da lì ha iniziato a diffondersi nelle scuole piemontesi, per poi espandersi in altre regioni italiane.

Il gioco, dinamico, veloce e reattivo, con azioni che durano solo 5 secondi, richiede ai giocatori coordinazione, riflessi e agilità. Con un numero variabile di giocatori, questo sport si è fatto strada grazie alla nascita della Federazione Italiana Hit Ball e alle regole che prevedono la divisione del campo in tre zone. È la palla a comandare: veloce e schiva, rimbalza sui muri e sul soffitto e resta sempre in gioco. Questo fa sì che i cambi tra i giocatori debbano essere rapidi e illimitati, permettendo a tutti di dare il proprio contributo alla vittoria.

Le regole dello sport tra inclusione e libertà

La parola chiave dello sport è inclusione, parte fondamentale che consente squadre miste. Una regola però è inderogabile: le due squadre non si mischiano mai e non c’è contatto fisico, garantito da una zona neutra a metà campo.

La nascita dell’Hitball Arena

Il successo di questo sport continua a crescere a Torino con la nascita dell’Hitball Arena, il primo palazzetto interamente dedicato a questa disciplina, realizzato dopo oltre dieci anni di attesa. Il progetto è nato grazie al sostegno concreto di chi ha veramente creduto in questa idea: donatori, appassionati, insegnanti e genitori che, giorno dopo giorno, mattone dopo mattone, hanno reso possibile la costruzione di questo stadio concretizzando l’idea in uno sport e in una comunità.

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